martedì 13 gennaio 2015

Perché parlare di ADHD?


Circa il 4% della popolazione infantile è affetta dal Di­sturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività.


Sono quei bambini che possiamo trovare dappertutto, al supermercato o al parco, nelle scuole o per strada e che si mostrano costantemente agitati, in perenne movi­mento, che non riescono a stare fermi e che i genitori faticano non poco a tenere buoni.

Quando cominciano ad andare a scuola sono quei bam­bini di cui gli insegnanti farebbero volentieri a meno: si dimenano e muovono continuamente sulla sedia o si al­zano quando non è il caso, girano senza una finalità (ap­parente) per la stanza toccando tutto, ma senza inte­resse e parlano troppo: questi bambini vengono, infatti, descritti dai docenti come se fossero “mossi da un mo­torino”, hanno difficoltà a rispettare le regole, i tempi e gli spazi dei coetanei. Il loro rendimento scolastico, a causa della ridotta capacità attentiva e di concentra­zione, è piuttosto scarso o comunque al di sotto delle loro potenzialità e difficile è il loro rapporto con i coeta­nei che, all’ inizio, sono attratti dalla vivacità e dall’ im­prevedibilità degli atteggiamenti di questi compagni, ma, alla lunga, li tengono a distanza, comportando gravi problemi di inserimento sociale. La loro difficoltà è per­cepita dagli insegnanti e dai genitori ma accade spesso che la diagnosi sia misconosciuta.

In realtà, questi bambini non hanno nessuna colpa, né tanto meno i loro genitori che, invece, vengono spesso considerati incapaci a svolgere bene il proprio ruolo di educatori. Se il bambino risponde ad una serie di criteri clinici ben definiti dal mondo scientifico, la sua è una vera patologia e come tale meritevole di una precisa te­rapia. Solo con l'ausilio di  un opportuno trattamento i bambini cambieranno radicalmente il loro modo di vi­vere e tutti, genitori, insegnanti, compagni, ma soprat­tutto il bambino, potranno finalmente cogliere la bel­lezza di una vita “normale”.

È per tale la ragione che la prevenzione, in tutti i casi in cui si ravvisi un possibile disturbo fisico o psichico, è cruciale: se i genitori o gli insegnanti si accorgono che il bambino non ascolta quanto gli viene detto perché con la mente altrove, non è ordinato, ma sbadato e smemo­rato nelle sue attività quotidiane, si lascia distrarre fa­cilmente e non finisce i compiti assegnati, non riesce a stare fermo e le sue azioni sono caratterizzate da una forte impulsività, non bisogna perdere tempo… la tem­pestività di intervento è decisiva!  

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