Circa il 4% della popolazione
infantile è affetta dal Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività.
Sono quei bambini che possiamo trovare
dappertutto, al supermercato o al parco, nelle scuole o per strada e che si
mostrano costantemente agitati, in perenne movimento, che non riescono a stare
fermi e che i genitori faticano non poco a tenere buoni.
Quando cominciano ad andare a scuola
sono quei bambini di cui gli insegnanti farebbero volentieri a meno: si
dimenano e muovono continuamente sulla sedia o si alzano quando non è il caso,
girano senza una finalità (apparente) per la stanza toccando tutto, ma senza
interesse e parlano troppo: questi bambini vengono, infatti, descritti dai
docenti come se fossero “mossi da un motorino”, hanno difficoltà a rispettare
le regole, i tempi e gli spazi dei coetanei. Il loro rendimento scolastico, a
causa della ridotta capacità attentiva e di concentrazione, è piuttosto scarso
o comunque al di sotto delle loro potenzialità e difficile è il loro rapporto
con i coetanei che, all’ inizio, sono attratti dalla vivacità e dall’ imprevedibilità
degli atteggiamenti di questi compagni, ma, alla lunga, li tengono a distanza,
comportando gravi problemi di inserimento sociale. La loro difficoltà è percepita
dagli insegnanti e dai genitori ma accade spesso che la diagnosi sia
misconosciuta.
In realtà, questi bambini non hanno
nessuna colpa, né tanto meno i loro genitori che, invece, vengono spesso
considerati incapaci a svolgere bene il proprio ruolo di educatori. Se il
bambino risponde ad una serie di criteri clinici ben definiti dal mondo
scientifico, la sua è una vera patologia e come tale meritevole di una precisa
terapia. Solo con l'ausilio di un opportuno trattamento i bambini
cambieranno radicalmente il loro modo di vivere e tutti, genitori, insegnanti,
compagni, ma soprattutto il bambino, potranno finalmente cogliere la bellezza
di una vita “normale”.
È per tale la ragione che la prevenzione,
in tutti i casi in cui si ravvisi un possibile disturbo fisico o psichico, è
cruciale: se i genitori o gli insegnanti si accorgono che il bambino non
ascolta quanto gli viene detto perché con la mente altrove, non è ordinato, ma
sbadato e smemorato nelle sue attività quotidiane, si lascia distrarre facilmente
e non finisce i compiti assegnati, non riesce a stare fermo e le sue azioni
sono caratterizzate da una forte impulsività, non bisogna perdere tempo… la tempestività
di intervento è decisiva!
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