martedì 1 agosto 2017

La prospettiva costruttivista di Salvatore Sasso

Nel corso degli ultimi anni, oltre all'esigenza di una radicale revisione degli obiettivi educativi da assegnare alla scuola, sono emerse profonde innovazioni nel campo della psicologia dell'apprendimento e dell'intelligenza. In particolare, tali cambiamenti riguardano una diversa concezione di 'cognizione' e l'affermazione della prospettiva del costruttivismo e il consolidamento dell'idea che, per migliorare la qualità dell'apprendimento è necessario sviluppare una 'scuola centrata sullo studente'. A vari studiosi risulta evidente come il concetto di 'cognizione', che deriva dalla ricerca cognitivista, risponda la visione di un uso individualistico delle abilità intellettive, e che le modalità di insegnamento e apprendimento che si adottano risentano di questa maniera di intendere.
Risulta invece chiaro quanto sia importante assumere una visione di 'cognizione' più estesa, diffusa e potenziata dalle risorse e strategie di riflessione delle persone, come anche dagli strumenti e possibilità di cui esse dispongono. Oggi si riducono sempre di più i problemi che possono essere affrontati e risolti dalle risorse 'intellettive' di una singola persona. La quantità di informazioni disponibili cresce ad un ritmo così elevato che non sembra realistico pensare a 'una' intelligenza in grado di poter gestire tutto da sola. Diventa pertanto necessario, e possibile, assumere una nuova visione di intelligenza come abilità 'distribuita' tra persone, prodotti, attività e non racchiusa entro i confini di un'unica mente.
Salomon (1993) afferma che “Tradizionalmente, la cognizione umana è stata vista come esistente solo 'all'interno' della testa delle persone e gli studi hanno in gran parte trascurato i contesti sociali, fisici e i prodotti nei quali essa ha luogo [...] una comprensione più chiara della cognizione umana sarebbe raggiunta se gli studi fossero fondati sul concetto che la cognizione sia distribuita tra gli individui, che la conoscenza sia socialmente costruita attraverso gli sforzi di collaborazione per raggiungere obiettivi condivisi nei contesti culturali e che l'informazione sia elaborata tra individui e che gli strumenti e prodotti siano forniti dalla cultura'.
A partire dagli anni '80 si sono diffuse anche posizioni critiche nei confronti del 'cognitivismo', che hanno favorito lo sviluppo di una nuova prospettiva dell'apprendimento: il costruttivismo. Esso afferma che la conoscenza corrisponde al processo di costruzione attivo e dinamico intrapreso dal soggetto, a partire dalla propria esperienza della realtà.
In questa prospettiva, l'apprendimento è un processo costruttivo nel quale la persona che apprende costruisce una rappresentazione interna della conoscenza, una interpretazione personale dell'esperienza. Questa rappresentazione è costantemente aperta al cambiamento, la sua struttura e le sue connessioni costituiscono il fondamento a cui altre strutture di conoscenza vengono connesse.
Il punto essenziale della prospettiva costruttivistica (Bendar, Cunningham, Duffy e Perry,1993) riguarda l'apprendimento come un processo attivo nel quale il significato è sviluppato sulla base dell'esperienza. Questa visione di conoscenza non rifiuta necessariamente l'esistenza di un mondo reale e conviene sul fatto che la realtà pone delle costrizioni sui concetti che sono conoscibili, ma sostiene anche che tutto quello che conosciamo del mondo sono interpretazioni umane della nostra esperienza del mondo stesso. La crescita concettuale deriva dalla condivisione di prospettive molteplici e dal simultaneo cambiamento delle nostre rappresentazioni interne, in risposta a queste prospettive, come anche attraverso un'esperienza di accumulazione. In coerenza con questa visione della conoscenza, l'apprendimento deve essere situato in un contesto ricco, riflettente contesti del mondo reale affinché questo processo costruttivo avvenga e si trasferisca ad ambienti che vanno oltre la scuola o la pratica di classe. L'apprendimento attraverso un apprendistato cognitivo, che rifletta la collaborazione nella risoluzione di problemi del mondo reale e l'uso di strumenti disponibili nelle situazioni di soluzione di problemi è la chiave. La misura dell'apprendimento sta nel quanto efficace o strumentale è la struttura della conoscenza di chi apprende nella facilitazione del riflettere sulcontenuto”. La rielaborazione del concetto di cognizione e lo sviluppo della prospettiva del costruttivismo sono all'origine di profondi cambiamenti avvenuti nell'ambito della ricerca sul processo di istruzione/apprendimento. Genericamente questi cambiamenti vengono definiti anche come 'istruzione centrata sullo studente'.
L'istruzione centrata sullo studente ha la caratteristica di rivolgere una particolare attenzione agli elementi di unicità e alla componente del coinvolgimento dello studente. I principi a fondamento della scuola 'centrata sullo studente' sono cinque (Lambert e McCombs, 1998):
Primo principio: Gli studenti hanno prospettive diversificate o schemi di riferimento forniti dalla loro storia, dal loro ambiente, dai loro interessi e obiettivi, dalle loro credenze e dai loro modi di pensare, e da cose simili. Queste cose devono essere oggetto di attenzione e rispetto se gli studenti sono impegnati e assumono la responsabilità del loro apprendimento;
Secondo principio: Gli studenti hanno differenze uniche, includendo in esse gli stati emotivi della mente, i livelli di apprendimento, gli stili di apprendimento e le fasi di sviluppo, le abilità, i talenti, i sensi di efficacia, e altre necessità. Queste cose devono essere tenute in conto, se a tutti gli studenti devono essere presentate sfide e opportunità di apprendimento e autosviluppo di cui hanno bisogno;
Terzo principio: L'apprendimento è un processo costruttivo che si realizza meglio quando ciò che deve essere appreso è rilevante e significativo per chi apprende e quando chi apprende è attivamente impegnato nella creazione della sua conoscenza e comprensione connettendo ciò che è appreso con la conoscenza e l'esperienza precedenti;
Quarto principio: L'apprendimento procede con maggiore facilità in un ambiente che promuove relazioni interpersonali e interazioni, piacevolezza e ordine, e nel quale chi apprende si sente apprezzato, riconosciuto, rispettato e valorizzato;
Quinto principio: L'apprendimento è concepito come un processo fondamentalmente naturale; chi apprende è visto per natura come curioso e di solito interessato all'apprendere e a padroneggiare il proprio mondo. Sebbene talvolta interferiscano con questa inclinazione naturale e vadano affrontati i pensieri e sentimenti negativi di chi apprende, questi non devono essere riferiti a difficoltà o inadeguatezze che devono essere 'riparate'.
Il pensare all’apprendimento centrato sullo studente, mi ha fatto procedere alla ricerca di altro materiale su cui poter ragionare in merito all’inclusione e ai processi di automiglioramento. Ad esempio, da un sito di una scuola sulla rete, ho reperito la seguente osservazione sulle prove Invalsi:
“Il dato più preoccupante emerso dall'autovalutazione è la frammentazione interna all'istituto relativamente ai risultati alle prove Invalsi, che evidenzia disequità. È stato rilevato che le classi con buoni risultati rispetto alla media hanno all'interno meno alunni che si attestano sui livelli 1 e 2, a differenza delle classi con risultati molto sotto la media, nelle quali sono presenti molti alunni in percentuale che si posizionano nei livelli 1 e 2. In generale nell’Istituto, la percentuale di livelli 1 e 2 è più alta della media nazionale. Questi dati hanno determinato la scelta degli obiettivi del RAV.
Le riflessioni del team hanno portato, inoltre, ad una conclusione condivisa: il miglioramento degli esiti degli alunni passa attraverso la condivisione di processi e percorsi tra docenti della comunità di pratiche professionali. Alcune ricerche dimostrano che in presenza di un’alta capacità di lavoro cooperativo dei docenti si hanno migliori risultati di apprendimento degli allievi: si dimostra un collegamento significativo tra modelli organizzativi che integrano elementi di comunità ed alti risultati nelle prove Invalsi. Se si  sono consolidate forme di condivisione a livello di piccoli plessi, sembra ancora piuttosto complesso, vista anche l’oggettiva frammentazione dell’Istituto, realizzare una comunità di pratiche professionali ed  un curricolo di scuola veramente agito.  Per questo è necessario prevedere azioni di processo/sistema relativamente alla formazione dei docenti del dipartimento di matematica, settore più problematico nei risultati Invalsi, alla costruzione di un curricolo in verticale agito e, soprattutto, alla diffusione di buone pratiche e metodologie innovative già presenti nella scuola. Vanno previsti processi che favoriscano lo scambio di buone pratiche, per diffondere le azioni che producono esiti migliori.

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