Il disegno è la prima capacità grafica e comunicativa del bambino. Nell'adolescenza e nell'età adulta consente di poter riconoscere difficoltà personali e relazionali.
La scrittura si sviluppa e si armonizza, o non, lungo la crescita del bambino, dell'adolescente e dell'adulto, seguendo le loro capacità cognitive e affettive.
Quali sono gli elementi fondamentali che ci aiutano, in ambito grafologico e nel disegno, per un'analisi puntuale e dinamica?
In questo articolo ci occuperemo del Disegno. Per quanto riguarda la parte più specifica, a livello grafologico, ci avvarremo del contributo di esperti di grafologia: la Dott.ssa Katia Palumbo e la Prof.ssa Enza d'Errico.
Quando
ci si pone davanti a un disegno di un bambino, il primo obiettivo di un
insegnante o di uno psicologo è quello di comprendere quali messaggi il piccolo
sta lanciando, ma questo non significa che l’interpretazione dovrà condurre a
rilevare comunque segnali psicopatologici.
Per
evitare di poter commettere errori, bisogna tener presenti all’osservazione
alcuni aspetti di tipo generale legati alla costruzione dinamica del disegno da
parte del bambino.
ASPETTI
|
SIGNIFICATO
|
L’impugnatura dello strumento per disegnare o scrivere
|
Innanzitutto bisogna osservare se il bambino tenga
in mano lo strumento per disegnare o scrivere naturalmente o piuttosto in
maniera costretta. Ovviamente un’impugnatura inusuale non deve condurre ad
una interpretazione di disturbo organico o funzionale della motricità.
L’impugnatura più corretta è quella che consente il minor affaticamento
possibile della mano. Una eventuale correzione può essere pensata soltanto
quando il bambino ha raggiunto una buona strutturazione del sistema nervoso
(12 anni circa). Per quanto riguarda la scelta della mano destra o di quella
sinistra, essa deve essere la più spontanea possibile, nel rispetto della lateralizzazione
fisiologica del bambino. Una forzatura della tendenza naturale del bambino
potrebbe comportare inibizioni a livello psicologico con la conseguenza di un
rallentamento o di una alterazione delle abilità relative al disegno e alla
lingua scritta e parlata.
|
L’occupazione dello spazio sul foglio
|
Nell’affrontare lo spazio sul foglio il bambino ci
mostra il suo temperamento, quanto movimento è in grado di compiere, il ritmo
che utilizza e la forza vitale che ne emerge. Il disegno del bambino non fa
altro che evidenziare quanto il bambino prova dentro di sé.
Se
lo spazio utilizzato dal bambino oltrepassa i margini del foglio, o se il
gesto è appena evidenziato, o se lo scarabocchio va verso l’alto, o se si blocca
nella zona in basso vicino a lui, possiamo dire soltanto che il piccolo sta
cercando di mostrarci il suo vissuto interno.
Se
il bambino occupa il foglio con un gesto tondo, ciò può significare che ha un
temperamento estroverso. In tal modo vive bene l’ambiente che sta fuori di
sé. La sua espansività lo porta ad avere bisogno di ampi spazi. Mostra un carattere
gioioso e allegro che stimola simpatia nelle altre persone. Dall’altra cerca
anche approvazione e coccole. Si proietta verso l’esterno contornandosi di
amici. È dunque un bambino che ha bisogno di stare non solo con i genitori
manche con i coetanei.
Se
il bambino invece occupa il foglio con angoli, spigoli e gesti contenuti, ciò
può significare che ha un temperamento introverso. Ha bisogno di spazi più
limitati, ma più sicuri e protetti. Non necessita di tanti amici anche se
mostra molteplici interessi. Non ama la confusione. Il suo carattere
introverso non ci deve far pensare che egli sia triste o malinconico. Un
tratto prettamente costituzionale è la timidezza che però non deriva da
un’influenza familiare.
|
Il punto di partenza
|
I primi scarabocchi il bambino inizia a disegnarli
nella parte centrale del foglio, mostrando così il suo naturale egocentrismo.
Tale modalità viene a significare che il bambino provi un certo benessere nel
collocarsi al centro dell’interesse della figura adulta.
Quando
un bambino inizia a scarabocchiare iniziando dalla parte marginale del
foglio, potremmo ipotizzare la presenza di un’inibizione o una sorta di estraneità
nei confronti dell’ambiente. Il bambino si trova in una situazione di impossibilità
in cui non riesce ad occupare il posto che gli spetta in quell’ambiente con
una forte inibizione anche a livello emotivo.
Se
inizia a scarabocchiare partendo dalla sinistra del foglio, ciò viene a
significare che il bambino desidera crescere, di muoversi verso gli altri e
inoltre di sviluppare legami di amicizia. Se invece lo scarabocchio inizia da
destra, si può dure che il bambino voglia rimanere ancorato al passato
gratificante, ossia quando ancora si trovava nel grembo materno.
|
I tratti
|
Se il tratto è regolare, ossia sicuro e scorrevole,
il bambino rimanda un’immagine di sé legata alla sicurezza rispetto ai propri
affetti. Inoltre non mostra difficoltà a inserirsi in un ambiente diverso da
quello familiare, entrando in relazione con i pari in maniera spontanea e
immediata. Nel caso in cui il tratto fosse irregolare (incerto e
spezzettato), il bambino ha problemi nel distaccarsi dalla famiglia così come
nell’intrattenere relazioni all’interno di nuove situazioni sociali. L’andare
a scuola può essere da lui vissuto come se i genitori volessero allontanarlo
dall’ambiente familiare.
Queste
caratteristiche del disegno possono aiutare l’educatore e il genitore a
fornire al bambino messaggi di rassicurazione. Se gli adulti si pongono come
una base sicura (nel senso bolwbiano), possono eliminare quei segnali ansiogeni
che talvolta generano nel bambino delle paure. L’ansia non soltanto rafforza
la dipendenza dall’adulto ma non permette di sviluppare la fiducia nei
confronti della realtà esterna.
|
La pressione
|
La pressione marcata sul foglio significa che il
bambino ha una forte carica vitale che è il segno della sua sicurezza
nell’affrontare la realtà esterna. In tal modo il bambino può essere attivo e
dinamico. Se provassimo a fermare il suo gioco, bloccando il suo movimento,
avremmo come reazione aggressività che tenderebbe a scaricare sugli altri
bambini, giocattoli, animali.
Quando
la pressione si dimostra leggera, siamo in presenza di un bambino estremamente
sensibile, il cui comportamento ha caratteristiche di timidezza e inibizione.
Si stanca facilmente e pertanto ha bisogno di molte pause e poche
stimolazioni. Per questo tipo di bambino bisogna sviluppare molto di più la
ricchezza di sentimenti. Mostra una difficoltà nell’entrare immediatamente in
contatto con gli altri. Ciò significa che si tratta di un bambino delicato
anche nell’instaurare i rapporti con le altre persone, con le quali evita lo
scontro e di fronte a eventuali attacchi di aggressività a parte dei pari, si
chiude per timidezza.
|
La forma
|
Il cerchio consente al bambino di proiettarvi il
volto umano. Via via vi aggiungerà gli occhi, il naso, la bocca, il tronco,
le braccia, le gambe ecc. Quando il bambino disegna con il gesto curvo ciò
mette in evidenza la sua apertura nella comunicazione. Il movimento
circolare dimostra assenza di tensioni
e motricità distesa.
L’angolo
esprime invece tensione e resistenza oltre al bisogno di essere accudito. È
un bambino che necessita di essere supportato, specialmente quando deve
affrontare situazioni nuove come ad esempio, l’ingresso a scuola o la nascita
di u fratello. Lo scarabocchio angoloso può significare anche la lotta per la
conquista dell’autonomia.
Quando
lo scarabocchio è composto di tratti puntiformi possiamo affermare che il
bambino è emotivamente provato. Sono dei colpetti dovuti alla paura
dell’abbandono. Se la mamma lo rassicura la paura scompare, mentre al contrario
la paura può trasformarsi in angoscia.
Se
lo scarabocchio è formato da linee spezzate, il bambino può evidenziare la
paura legata al distacco degli oggetti d’amore (la mamma, il papà, i
fratelli, l’abitazione, i giochi ecc.). Può accadere che una situazione che
si manifesta in un tratto angoloso possa essere rafforzato da linee spezzate:
assistiamo al segnale di una rabbia per qualcosa che non si può avere o si
teme di perdere.
Uno
scarabocchio a forma di gomitolo indica che il bambino rivive il trauma della
nascita se non ha auto modo di sperimentare situazioni di benessere. È come
se il bambino si sentisse accartocciato, predisponendosi alla chiusura
derivante da una sofferenza. Il piccolo lancia un messaggio per essere
aiutato a dipanare l’ingarbugliato gomitolo dell’esperienza.
|
Dopo la fase dello scarabocchio
Fra
i tre e i quattro anni iniziamo ad osservare forme e figure.
Le
forme derivano dallo scarabocchio e si articolano man mano in maniera sempre
più complessa, a partire dall’inizio della scuola dell’infanzia. I bambini
tendono a ripetere forme geometriche, costruendo scene popolate di personaggi
reali o immaginari che sono legati alle loro esperienze quotidiane. Loro hanno
imparato a padroneggiare il foglio, muovendosi su esso in lungo e in largo, sperimentando
così con il gesto tutte le direzioni (destra, sinistra, alto, basso, prima,
dopo, davanti, dietro).
Per
quanto riguarda le figure, queste vengono a strutturarsi con il perfezionamento
delle forme. Il bambino sviluppa la percezione che il suo disegno verrà
maggiormente compreso dagli altri soltanto se è simile alla realtà. Pertanto i
disegni della figura umana, della casa, dell’albero si riempiranno man mano di
particolari.
Il foglio da disegno diventa una sorta di
palcoscenico su cui vengono drammatizzate scene di vita quotidiana oppure immaginate.
Nei disegni dei bambini sarà più facile ritrovare immagini legate a scene di
azione, mentre nelle bambine sono prevalenti scene connesse al mondo familiare.
Da questa introduzione si
può capire che il disegno è strettamente legato alla maturazione affettiva,
intellettiva e sociale del bambino. Ad esempio se un bambino disegna a
cinque anni ancora l'omino come un "girino" ciò deve destare
particolare interesse perché potrebbe indicare o un ritardo nell'acquisizione
dello schema corporeo e/o problematiche affettivo relazionali, quindi la
produzione grafica svela a che stadio di sviluppo il bambino si trova.
Le prime case dei bambini
sono composte da un quadrato e un triangolo; verso i cinque - sei anni
compaiono le finestre con le tende, con le maniglie…c'è quindi la ricerca del
dettaglio e l'interesse ad abbellire l'immagine stessa. Anche l'uso del colore
diventa regolato da un esame della realtà maggiormente attinente, ma comunque
ancora permane una certa soggettività.
In questa fase quasi tutti i
bambini riescono a colorare dentro ad una forma; ormai hanno chiaro il concetto
della linea come elemento che definisce lo spazio e quindi stabilisce il dentro
e il fuori.
Con l'assimilazione di
queste abilità c'è anche il rinforzarsi della relazione tra il colore e
l'oggetto, una rappresentazione dello spazio che svela i nuovi rapporti di
consapevolezza circa l'ambiente che lo circonda, ed inoltre il bambino non
disegna più solo dal suo punto di vista ma considera la relazione logica fra
gli oggetti. Il bambino ora riesce anche a disporre le immagini di un
disegno secondo un ordine temporale e a poter verbalizzare l'effetto causale.
Nei disegni dei bambini
compare anche la linea di terra; ci sono rispetto a questo elemento diverse
ipotesi. Secondo V. Lowenfeld e W. Brittain la linea di base non può derivare
da esperienze visive del fanciullo, in quanto né gli oggetti né le persone che
si trovano su di un terreno poggiano in realtà sopra un'unica linea.
Si tratta invece di un
fenomeno naturale che fa parte dello sviluppo del fanciullo. Invece M. Cesa
Bianche e P. Bregani sostengono che l'introduzione della linea derivi da
un'esperienza percettiva, anche se il bambino non la percepisce in modo esatto.
Ma a quest'età il bambino
introduce anche un'altra linea, quella del cielo, dopo la quale generalmente
c'è il colore azzurro. Queste partizioni dello spazio, le quali possono
apparire semplici, in realtà riproducono un'analisi ed un'elaborazione molto
complessa che il bambino compie sulla realtà.
Fino ai nove anni questa
abilità di osservare e riprodurre in modo quasi schematico diventa la caratteristica
principale della FASE DELLA COMPLESSITA'. Il bambino diventa abile a
raggruppare, categorizzare e ordinare secondo categorie logiche, e poi riesce a
riflettere queste elaborazioni mentali nelle rappresentazioni grafiche con
semplicità e spontaneità.
La figura umana ora è
definita, e spesso ripetuta perché ormai assolutamente sperimentata, ma nello
stesso tempo adattabile a esprimere nuovi contesti. Ad esempio, se un bambino
vede un particolare personaggio in TV lo riesce a riprodurre partendo dallo
schema base per poi integrarlo con altre forme o colori in modo da avvicinarlo
al modello.
Il bambino manifesta in
questi "adattamenti" la sua creatività, la sua possibilità di
elaborare conoscenze possedute. Anche il colore è ora usato secondo uno schema
astratto e simbolico: il cielo azzurro, l'erba verde.., ma anche questo schema
è personalizzato pur rimanendo ad esso fedele.
Nel fare l'erba verde ci
sono diverse possibilità relative al materiale da usare, alle sfumature da effettuare,
la forma del segno da presentare… quindi all'interno dello schema erba- verde
il bambino mette in atto le sue presenze e abilità.
Anche l'espressione
dell'azione è in questa fase centrale. Il bambino cerca di rendere il disegno
dinamico e attivo, ed egli può rappresentare in un solo segno l'elemento che
genera l'azione: è lo sguardo attento dell'altro che deve guardare l'immagine
per coglierne la complessità che nasconde.
Dai nove anni in avanti
si manifestano graduali cambiamenti che testimoniano i progressi nella maturazione
percettiva ed intellettiva e la rinnovata sensibilità nel rappresentare
l'esperienza. Scompaiono, infatti, gli schemi ripetitivi e si presentano
modalità originali di rappresentazione, con una notevole quantità di dettagli.
Anche nella fase precedente c'erano i dettagli, ma erano proposti
sinteticamente e attraverso forme e linee geometriche; ora sono più realistiche
e concrete.
Anche la capacità di
osservare è di qualità migliore, quindi scompaiono le esagerazioni e le deformazioni
con le quali in bambino esprimeva il suo vissuto, perché questo è manifestato o
con l'inserimento di particolari o con la scelta stessa dell'immagine rappresentata.
Il legame stretto oggetto - colore è meno rigido e vincolante, quindi c'è il
tentativo di coglierne la particolarità e la specificità.
I rapporti tra le cose sono
maggiormente proporzionati, la linea di base continua ad esserci ma con un
significato diverso: diventa strada, pozzanghere, sabbia, dune… ciò per
affermare che il bambino gradualmente supera lo schematismo dello stadio
precedente.
Verso gli undici anni,
si nota un ulteriore progresso nelle rappresentazioni: i particolari e le
sfumature sono dominanti, c'è il riconoscimento degli effetti di chiaro -
scuro, si esprime una certa prospettiva e la tridimensionalità, avviene la
personalizzazione delle figure umane caratterizzandone l'espressione del viso e
le caratteristiche sessuali, c'è la morbidezza delle linee per mostrare particolari
oggetti e/o avvenimenti, e poi l'emergere dello spirito critico e quindi una
risultante Immagine che tiene conto del mondo affettivo ed emotivo ormai
evoluto del ragazzino.
Gentile signora ho cercato
di rispondere in modo esaustivo alla sua interessante domanda ma mi rendo conto
che forse, ad una prima lettura, non è così comprensibile. L'utilizzo delle
tappe o fasi di sviluppo da una parte ci aiuta a contenere il processo di
crescita, dall'altra rende la lettura forse un po' fredda.
Spero di averle dato il
senso della complessità e della ricchezza che ogni segno o immagine possiede,
di tutto ciò che nasconde e svela contemporaneamente del soggetto che si è
espresso.
Disegnare è sempre un atto
di fiducia verso l'altro, è un modo per poter farsi conoscere anche negli
aspetti e nelle zone più nascoste di noi stessi. I bambini lo fanno in modo
naturale e inconsapevole, quindi le loro produzioni risultano limpide e ricche
di messaggi. Per questi motivi ogni disegno è un dono che noi adulti riceviamo
e che dobbiamo accogliere e guardare con amore e responsabilità.
Bibliografia:
V. Lowenfeld - W. L. Brittain : Creatività e sviluppo mentale, ed. Giunti Barbera
M. Cesa Bianchi - P. Bregani: Psicologia generale e dell'età evolutiva, ed. Editricela Scuola
Rita Gay Cialfi : Psicologia, ed. Edizioni Scolastiche Walk Over
Maria Belfiore - Luisa Martina Colli : Dall'esprimere al comunicare, Pitagora editrice Bologna
V. Lowenfeld - W. L. Brittain : Creatività e sviluppo mentale, ed. Giunti Barbera
M. Cesa Bianchi - P. Bregani: Psicologia generale e dell'età evolutiva, ed. Editrice
Rita Gay Cialfi : Psicologia, ed. Edizioni Scolastiche Walk Over
Maria Belfiore - Luisa Martina Colli : Dall'esprimere al comunicare, Pitagora editrice Bologna
Nessun commento:
Posta un commento