La scelta di un modello osservativo
L’ICF-CY ha la possibilità di consentire l’uso di un linguaggio comune per l’osservazione dei bambini. L’ICF, costruito inizialmente per una popolazione adulta, è stato successivamente sviluppato per i più giovani ed è un mezzo che permette di classificare i problemi di ogni individuo alla luce di diversi fattori che possono fermare o aiutare lo sviluppo degli alunni.
L’ICF-CY ha la possibilità di consentire l’uso di un linguaggio comune per l’osservazione dei bambini. L’ICF, costruito inizialmente per una popolazione adulta, è stato successivamente sviluppato per i più giovani ed è un mezzo che permette di classificare i problemi di ogni individuo alla luce di diversi fattori che possono fermare o aiutare lo sviluppo degli alunni.
Il modello ICF (International
Classification of Functioning and Health) punta l’attenzione precisamente sulla
salute e sul funzionamento della persona e non sulla sua disabilità. L’ICF si
allontana da questa vecchia modalità di
pensiero, attraverso un cambio concettuale radicale: dalla “disabilità delle
persone”, alla “salute delle stesse”, stabilendo un linguaggio comune” per
poter essere usato e capito da persone che operano in campi differenti e da
persone di Paesi diversi. Le funzioni mentali/psicologiche sono comprese nelle
funzioni corporee, riferendosi all’organismo umano nella sua interezza. Salute
e funzionamento sono la risultante di un’interconnessione complessa, globale e
multidimensionale tra Attività Personali,
legate sia dalle condizioni fisiche, sia dalle funzioni e strutture corporee,
sia dalla partecipazione sociale e sia dai fattori contestuali (ambientali e/o
personali).
Secondo
il modello proposto dalle due Classificazioni dell'OMS (ICF e ICF-CY), le
«barriere» sono dei «fattori nell'ambiente di una persona che, mediante la loro
assenza o presenza, limitano il funzionamento e creano disabilità.
Esse includono aspetti come un ambiente fisico inaccessibile, la mancanza di tecnologia d'assistenza rilevante e gli atteggiamenti negativi delle persone verso la disabilità, e anche servizi, sistemi e politiche inesistenti o che ostacolano il coinvolgimento delle persone con una condizione di salute in tutte le aree di vita». I «facilitatori», invece, sono «dei fattori che, mediante la loro assenza o presenza, migliorano il funzionamento e riducono la disabilità. Essi includono aspetti come un ambiente fisico accessibile, la disponibilità di una rilevante tecnologia di assistenza o di ausili e gli atteggiamenti positivi delle persone verso la disabilità, e includono anche servizi, sistemi e politiche che sono rivolti ad incrementare il coinvolgimento di tutte le persone con una condizione di salute in tutte le aree di vita. L'assenza di un fattore può anche essere facilitante, come ad esempio, l'assenza di stigmatizzazione o di atteggiamenti negativi. I facilitatori possono evitare che una menomazione o una limitazione dell'attività divengano una restrizione della partecipazione, dato che migliorano la performance di un'azione, nonostante il problema di capacità della persona».
Esse includono aspetti come un ambiente fisico inaccessibile, la mancanza di tecnologia d'assistenza rilevante e gli atteggiamenti negativi delle persone verso la disabilità, e anche servizi, sistemi e politiche inesistenti o che ostacolano il coinvolgimento delle persone con una condizione di salute in tutte le aree di vita». I «facilitatori», invece, sono «dei fattori che, mediante la loro assenza o presenza, migliorano il funzionamento e riducono la disabilità. Essi includono aspetti come un ambiente fisico accessibile, la disponibilità di una rilevante tecnologia di assistenza o di ausili e gli atteggiamenti positivi delle persone verso la disabilità, e includono anche servizi, sistemi e politiche che sono rivolti ad incrementare il coinvolgimento di tutte le persone con una condizione di salute in tutte le aree di vita. L'assenza di un fattore può anche essere facilitante, come ad esempio, l'assenza di stigmatizzazione o di atteggiamenti negativi. I facilitatori possono evitare che una menomazione o una limitazione dell'attività divengano una restrizione della partecipazione, dato che migliorano la performance di un'azione, nonostante il problema di capacità della persona».
Nel caso dello sviluppo dei bambini, la strategia ha come obiettivo l’eliminazione delle barriere, il supporto ai
facilitatori, al fine di consentire quelli con difficoltà di apprendimento
di poter costruire un proprio progetto di apprendimento. La seconda ragione per la scelta del ICF è che si
tratta di un modello multidimensionale combinazione di vettori multipli di
funzionamento.
Da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità
si è reso necessario l’adeguamento dell’ICF ad una popolazione di bambini
perché:
· la natura e la forma del funzionamento nei bambini sono diverse da quelle degli individui adulti;
· il bambino, nella classificazione di funzionamento, è un "bersaglio in movimento", ossia in crescita;
- gli indicatori di fattori di rischio funzionali sono fondamentali per la prevenzione e l'intervento precoce.
· la natura e la forma del funzionamento nei bambini sono diverse da quelle degli individui adulti;
· il bambino, nella classificazione di funzionamento, è un "bersaglio in movimento", ossia in crescita;
- gli indicatori di fattori di rischio funzionali sono fondamentali per la prevenzione e l'intervento precoce.
Le Convenzioni, le leggi e gli atti per i diritti
dei bambini rispetto all'ICF sono:
- la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (1989): articolo 23;
-
Le Regole Standard per l'equità delle
opportunità;
- La Dichiarazione di Salamanca sul diritto all'istruzione;
- la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (1989): articolo 23;
-
- La Dichiarazione di Salamanca sul diritto all'istruzione;
·
- L’Educazione per
Tutti – Il Forum Dell’Educazione Mondiale;
-Diversi atti
nazionali per l'istruzione e la salute delle persone con disabilità.
L'uso di ICF-CY sul campo è finalizzato a:
- Profilo di funzionamento, attività e partecipazione per integrare/chiarire le diagnosi; - - Inclusione dei fattori ambientali;
- Il quadro biopsicosociale dell’interazione fra persona e ambiente come base per la pianificazione del trattamento individualizzato;
- Il chiarimento dei ruoli partecipanti all’ intervento.- Profilo di funzionamento, attività e partecipazione per integrare/chiarire le diagnosi; - - Inclusione dei fattori ambientali;
- Il quadro biopsicosociale dell’interazione fra persona e ambiente come base per la pianificazione del trattamento individualizzato;
L'ICF ci insegna ad osservare ogni situazione in modo globale, interconnesso, in relazione a diversi fattori quali: l'auto-efficacia, l'autostima, la motivazione.
Il questionario della ricerca è stato il risultato
dell’individuazione di alcune aree elettive per l’osservazione della dislessia,
sia nella scuola dell’infanzia sia nella scuola primaria, risultando una
versione ridotta del questionario originale.
I .C .F .-
C .Y.
versione ridotta
composta da una selezione mirata prettamente alla rilevazione di dati
correlati alla nostra ricerca per la dislessia.
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STRUTTURA
DELLE SCHEDE OSSERVATIVE
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1A breve
elenco delle funzioni corporee
·
funzioni
mentali
·
funzioni
sensoriali e dolore
·
funzioni
della voce e dell’eloquio
·
funzioni
neuro-muscoloscheletriche e correlate al movimento
1B
strutture corporee
·
occhio,
orecchio e strutture correlate
·
strutture
coinvolte nella voce e nell’eloquio
·
strutture
correlate al movimento
|
2 attività
e partecipazione
·
apprendimento
e applicazione delle
conoscenze
·
compiti
e richieste generali
·
comunicazione
·
mobilità
·
cura
di sé
·
vita
domestica
·
interazioni e relazioni interpersonali
·
principali aree di vita
·
vita
sociale, civile e di comunità
|
Linee guida per la codifica
Un’altra indicazione riguarda la codifica di informazioni
specifiche, ossia il codificare il massimo dettaglio possibile permesso
dall’evidenza dell’osservazione. Bisogna , dunque, scegliere un insieme di
codici per creare un profilo di funzionamento dell’individuo che tenda a:
1. Codificare
solo le informazioni rilevanti;
2. Codificare
solo le informazioni esplicite;
3. Codificare le informazioni
specifiche.
Di
seguito proponiamo uno schema in cui sono rappresentati tutti gli elementi di
codifica:
a. Trovare
la categoria appropriata (rilevante, esplicita, specifica);
b. Usare
il qualificatore o i qualificatori per ogni componente.
I
Qualificatori sono così organizzati:
Tutti i primi
qualificatori delle dimensioni di disabilità denotano l’estensione o la gravità di un problema in quella componente.
Il primo qualificatore per i Fattori Ambientali denota
l’estensione per cui un fattore dell’ambiente agisce come barriera o
facilitatore.
Tutti i primi qualificatori utilizzano la stessa scala
ordinale per l’estensione o la gravità.
Questa scala di gravità è comune per i primi qualificatori
usati sia per Funzioni e Strutture Corporee, per i qualificatori di capacità e
performance di Attività e Partecipazione e per i qualificatori di barriera e
facilitatore nei fattori ambientali.
Questa scala a cinque passi non deve essere considerata uno
strumento di assessment, ma è sufficientemente sensibile per cogliere
differenze significative nel tempo. Il significato dei punti-soglia di base
(lieve, moderato, grave) dipenderà dalla dimensione e in alcuni casi dalla
categoria particolare per cui viene applicato il qualificatore.
1) che il margine di
errore agli estremi (nessun problema/problema completo) è del 4%;
2) poiché la
popolazione a cui si applica la scala dovrebbe essere sopra la soglia clinica,
il problema grave dovrebbe cominciare al 50%
Si noti che l’OMS offre queste percentuali come
suggerimento e base per la ricerca. Gli utenti sono incoraggiati a sviluppare
le loro proprie percentuali, basate sull’evidenza e sulle correlazioni con
strumenti di assessment esistenti.
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