L'articolo è stato pubblicato su Orizzontescuola.it il 13 maggio 2023
Il tutor DSA è un professionista esperto nell'ambito dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) che fornisce un supporto personalizzato agli studenti che ne hanno bisogno.
I DSA, secondo le Linee guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (novembre 2021), sono, per definizione, “disturbi circoscritti a domini cognitivi specifici, che non interessano il funzionamento cognitivo più generale, ma le loro conseguenze possono comunque essere pervasive, e interessare molti ambiti del funzionamento cognitivo, come anche dell’adattamento personale e sociale. La loro espressività è molto eterogenea e può interessare vari ambiti del sistema cognitivo-linguistico (ad esempio, l'attenzione, le funzioni esecutive, la memoria, l'accesso lessicale ecc.), a volte co-occorrendo con altri disturbi del neurosviluppo sottesi da queste funzioni, quali il disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività (a cui spesso ci si riferisce con la sigla inglese di ADHD), il disturbo primario del linguaggio (DPL), o il disturbo di coordinazione motoria (DCM)”. Le Linee guida sono state pubblicate nel Sistema Nazionale Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità a Roma, il 20 gennaio 2022.
I disturbi specifici dell'apprendimento
sono condizioni neurobiologiche che interferiscono con la capacità di
apprendere in modo efficace e efficiente. Tra i DSA più comuni ci sono la
dislessia (difficoltà di lettura), la disortografia (difficoltà di scrittura),
la discalculia (difficoltà di matematica) e la disgrafia (difficoltà di
scrittura manuale).
Il tutor DSA lavora a stretto contatto
con i genitori, gli insegnanti e gli altri professionisti della scuola per valutare
le esigenze degli studenti e sviluppare un piano di intervento personalizzato.
La famiglia deve sentirsi sicura di
avere qualcuno con cui confrontarsi per riflettere sul percorso del figlio
rispetto all’acquisizione delle strategie compensative. Ha bisogno, pertanto di
ricevere ascolto e appoggio nella lettura delle esperienze, oltre ad una
possibile ricarica emotiva nei momenti faticosi.
Il tutor DSA può offrire supporto in
diverse aree, tra cui:
Supporto alla lettura: aiutare gli
studenti a leggere in modo più efficace, utilizzando tecniche come la lettura
guidata, la lettura ad alta voce e la lettura interattiva;
Supporto alla scrittura: aiutare gli
studenti a scrivere in modo più chiaro e organizzato, utilizzando tecniche come
la stesura guidata, la correzione di bozze e l'uso di strumenti informatici;
Supporto alla matematica: aiutare gli
studenti a comprendere i concetti matematici e a sviluppare le competenze
necessarie per risolvere problemi matematici;
Supporto alla memorizzazione: aiutare
gli studenti a memorizzare informazioni importanti utilizzando tecniche come la
ripetizione guidata, la suddivisione delle informazioni in parti più piccole e
l'utilizzo di schemi e mappe concettuali e mentali.
Il tutor DSA lavora anche per sviluppare
strategie didattiche efficaci per gli studenti con DSA. Questo può includere
l'uso di strumenti tecnologici come i software di lettura e scrittura,
l'utilizzo di tecniche di insegnamento differenziate per soddisfare le esigenze
degli studenti e l'adattamento degli esami per garantire che gli studenti con
DSA abbiano una possibilità equa di successo.
Per sostenere
le persone nella loro crescita e nei loro apprendimenti, chi se ne occupa deve
aver sviluppato tra le sue principali caratteristiche la resilienza che in
sostanza non è altro che avere un
Buon senso di sé, guardare oltre se stesso, avere speranza e, inoltre, anche
fiducia nelle capacità del suo gruppo di appartenenza, di proteggerlo di fronte
alle difficoltà. Dunque imparare per insegnare!
Possiamo proporre come esercizio alcune
domande che appartengono ad alcune variabili psicologiche che ci coinvolgono e
delle quali abbiamo parlato durante le nostre lezioni (Sasso, 2021):
1. La consapevolezza di sé. Conosci i tuoi punti di forza e quelli di
debolezza?
2. La comunicazione efficace. Riesci a relazionarti in modo positivo con bambini e
ragazzi che segui? Con i loro genitori?
Con i colleghi? Con il responsabile? Non vuol dire andare d’accordo con
tutti, ma sapere esprimere anche incertezze e contrarietà.
3. Il riconoscimento delle
emozioni. Sai riconoscere i
cambiamenti del tuo stato d’animo? E di quelle degli altri?
4. La gestione delle emozioni. Sai agire in modo consapevole, attento,
efficiente ed efficace in risposta alle emozioni tue e degli altri?
5. La gestione dello stress. Sai riconoscere le cause di tensione e di stress della
vita quotidiana e sai controllarle tramite cambiamenti nell’ambiente o nello
stile di vita?
Lo sviluppo di queste
variabili/dimensioni, relative alle soft-skills emotive, consentono al Tutor di
potersi avvicinare agli studenti e alle famiglie, sapendo condurre un colloquio
e permettere uno scambio comunicativo focalizzato sulla storia personale
relativo al Disturbo Specifico di Apprendimento(Paola Ricchiardi, Federica
Emanuel, Valutazione delle competenze trasversali nell'istruzione superiore, in
Educational, Cultural and Psychological Studies, Dic. 2018). Le soft skill,
infatti, come affermano i due autori, sono abilità che consentono alle persone
di realizzare performance di qualità, contribuendo anche al benessere percepito
dalle stesse. Vengono definite come «abilità intra ed inter personali di tipo
socioemotivo importanti per lo sviluppo personale, la partecipazione sociale e
il successo lavorativo […]» (Kechagias, 2011).
Il
colloquio, dunque, presenta un aspetto verbale: si guarda, si ascolta per
vedere meglio e ascoltare meglio, ma è anche contraddistinto da una
comunicazione non verbale fondamentale, che accompagna la parola ritmata dal
silenzio. Non si può non comunicare (in Pragmatica della comunicazione umana di
Donald deAvila Jackson, Janet Helmick Beavin e Paul Watzlawick, Astrolabio,
1978). Inoltre il colloquio si situa nel quadro di una relazione di supporto,
in cui sia la famiglia che l’alunno rappresentano il centro dal quale si
dipanano le relazioni di apprendimento. Parlare insieme, nel colloquio,
favorisce non solo il dialogo con l’altro, ma anche la conoscenza di sé, che fa
emergere le risorse resilienti.
Perciò il contatto emotivo è l’unica
strada per la costruzione di una fiducia duratura nell’ambito della relazione
di supporto. La fiducia permette di esprimere libertà e autonomia, potendo
parlare di ciò che si pensa, si prova, si è fatto, senza la paura di essere
valutati. Tale situazione ottimale richiede un contesto facilitante, un
intervistatore empatico e neutrale, un soggetto disponibile ad aprirsi e una
collaborazione fra i due partecipanti per raggiungere un obiettivo prefissato
(Semi, 1996).
Il colloquio, da quanto abbiamo visto
sin qui, è un processo di conoscenza che non sempre procede senza ostacoli e,
in conseguenza, possono essere commessi quattro errori principali (Tecnica del
colloquio, Antonio Semi, Raffaello Cortina Editore, 1996):
- L’ effetto alone (Se una persona è simpatica
dovrà essere anche buona);
- La correlazione illusoria (Chi è valutato
come introverso, dovrà risultare anche chiuso);
- Il pregiudizio contagioso (un bambino con DSA
potrebbe essere valutato anche come pigro);
- L’effetto indulgenza (se si indulge sulla
valutazione di una persona come tollerante, in presenza di una reazione aggressiva
potrebbe essere giustificata).
Un altro aspetto, che può essere presente nelle nostre famiglie con un
figlio con DSA, è la “crisi” riguardo l’accettazione relativa all’esistenza del
disturbo stesso. Sta a noi, come tutor, supportare i genitori, anche
avvalendoci del confronto con uno psicologo clinico, per far prendere loro la
consapevolezza del disturbo, in modo che diventi una caratteristica speciale
(Benedetto L., Il Parent Training, Carocci, 2017).
Questi interventi richiedono una
formazione adeguata da parte del tutor legata, non solo agli aspetti cognitivi
e metacognitivi, ma anche a contenuti psicologici, emozionali, affettivi e
relazionali.
In Italia, i tutor DSA sono
professionisti qualificati con una formazione specifica in materia di disturbi
specifici dell'apprendimento. Spesso hanno anche una laurea in psicologia o in
pedagogia, nonché una specializzazione in DSA. Molti tutor DSA lavorano come
liberi professionisti, ma alcuni sono impiegati direttamente dalle famiglie. Il
Tutor è "una professione intellettuale riconosciuta ai sensi
della Legge 14 gennaio 2013, n. 4 (G.U. n.22 del 26.01.2013 – Disposizioni
in materia di Professioni non organizzate), che viene legittimato, ad esempio,
nel Corso tenuto dall’istituto Cartesio con un Attestato e un Certificato delle
Competenze, rilasciato in base al Decreto Legislativo 16 gennaio 2013, n. 13.
In conclusione, il tutor DSA è un
professionista altamente specializzato che fornisce un supporto fondamentale
agli studenti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento. Grazie al loro lavoro,
gli studenti con DSA possono superare le difficoltà che incontrano durante il
loro percorso di apprendimento e avere successo a scuola.
Per avere notizie maggiori sul Corso di formazione organizzato da ANAPIA/Istituto Cartesio cliccare sul link riportato di seguito: https://istitutocartesio.com/corso-tutor-dsa/
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