L’idea del corso nasce dall’esigenza di fornire, oltre alle conoscenze teoriche, cliniche e storiche della sindrome dello spettro autistico, un’esperienza condivisa che volga lo sguardo agli aspetti relazionali ed emotivi che coinvolgono bambini, bambine, giovani con autismo e le figure educative. L’ idea che dietro la diagnosi ci sia un individuo con la sua storia, il suo temperamento e i suoi vissuti, ci motiva a indagare le dinamiche dei funzionamenti evolutivi collegati all’attaccamento, alle emozioni e all’ambito socio-relazionale, cosi da aprire un varco nelle barriere che questo disturbo crea.
Il corso da poco svolto si articola
in 7 moduli, ognuno con un argomento specifico di pertinenza e legati tra loro
da un comune filo conduttore.
L’ obiettivo del corso è stato
quello di fornire ai partecipanti (insegnanti, insegnanti di sostegno,
educatori, genitori) le conoscenze legate alle modalità di intervento, alla
natura dei comportamenti, ai metodi e alle strategie necessarie a lavorare
sulle diverse aree di competenza, dall’apprendimento didattico alle competenze
sociali, cognitive e relazionali. In particolare uno sguardo è stato rivolto alla
natura dello sviluppo psico-emotivo, quelle basi evolutive che attraverso
l’esperienza relazionale e l’attaccamento, determinano lo sviluppo dell’individuo.
Crediamo che in questo campo
l’esperienza vissuta sia la prassi efficace dell’apprendimento. In questo senso
si è voluto fare del corso un’esperienza in cui la partecipazione,
l’interazione e le tematiche condivise con i corsisti hanno permesso di
indagare i temi più pertinenti rispetto ad un intervento educativo autentico,
così da fornire una visione di insieme rispetto ai bisogni specifici dei
bambini e dei giovani con i quali scegliamo di confrontarci e incrementare gli
strumenti che consentono di capire e sintonizzarsi con quest’ultimi.
Il corso ha fornito così una
visione più ampia rispetto alla patologia e ai suoi funzionamenti, con
l’obiettivo di creare una consapevolezza non solo verso chi riceve l’intervento
educativo, ma anche verso chi si prepone di attuarlo.
Le relazioni che si sono sviluppate
durante il corso hanno, pertanto, messo in evidenza come sia stata fondamentale
la costruzione del gruppo di insegnamento/apprendimento. Nonostante le lezioni
si siano svolte in modalità a distanza, attraverso le strategie utilizzate
sulla piattaforma Zoom – le stanze di lavoro – le persone hanno avuto modo di
conoscersi e confrontarsi, in maniera esperienziale in coppia, nel piccolo
gruppo e nel grande gruppo, su tematiche attinenti la loro parte emozionale.
La costituzione di un “ambiente
protetto” ha permesso a tutti gli attori presenti, non tanto di raccontare un
fatto accaduto ma soprattutto di elaborarlo sotto la guida pedagogica e
psicologica dei conduttori. Ognuno ha potuto così mettere in evidenza le sue
fragilità.
Come detto in precedenza, le
conoscenze teoriche hanno funzionato da supporto per formulare un progetto
innovativo.
In conclusione, non esiste una
patologia ma delle relazioni che spesso sfuggono per la difficoltà, a livello
istituzionale-sanitario, per la cui condivisione è necessaria la creazione di
una struttura di mediazione che svolga il ruolo sinergico di incontro delle
varie esperienze e di confronto strategico sul territorio, mettendo in relazione
le famiglie, la scuola e le strutture socio-psico-pedagogiche.
Nessun commento:
Posta un commento